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Descrizione della struttura “vetero-adolescenziale”

Prima di procedere, è necessario segnalare che il quadro che ho iniziato a tratteggiare trova larga risonanza con quanto già descritto da Castellana in ambito psicologico analitico, ovvero con il

consolidamento di una struttura di personalità che voglio definire, in mancanza di altri referenti, vetero-adolescenziale.1

Riporto dunque di seguito le caratteristiche di questo quadro così calzante ai nostri propositi così come espresse dall’autore2, rimandando ogni mia ulteriore interpretazione alle pagine successive.

Neutralità.

Prima caratteristica segnalata è la difficoltà a centrare la propria struttura di personalità con assestamento su una posizione «neutra»:

Uso il termine «neutro» per indicare un processo di individuazione bloccato su una figura che non è né figlio né genitore ma… adolescente. Per evitare fraintendimenti, il neutro-adolescente è un assetto in cui si è, allo stesso tempo, e figlio e genitore e, insieme, né figlio né genitore. La dinamica di gruppo, all’interno della quale è previsto un continuo e più o meno fluido spostamento di ruoli, sembra essere la struttura vincente rispetto ai consolidati e rigidi ruoli familiari.3

Responsabilità.

Seconda caratteristica è la “difficoltà ad assumere un ruolo «responsabile»”, che a sua volta

sembrerebbe ostacolare una valida presa sulla propria identità di genere, derivandone una massiccia e preoccupante incapacità a simbolizzare adeguatamente il proprio fallo o il proprio utero.4

Ciò conduce a rapporti “parziali” ed estremamente genitalizzati, nonché al consolidamento di una sessualità con modalità masturbatorie (frequentemente anali), oltre che all’esercizio reciprocamente masturbatorio della sessualità nella coppia.5

Concretismo.

Appare inoltre un

massiccio spostamento verso il proprio esterno, con una sorta di disconoscimento o incomprensione del proprio «interno a sé», vissuto come «concreto» (psicoticamente) piuttosto che simbolizzato e portatore di simbolizzazione, e con un’accentuazione della patologia somatica e ipocondriaca.6

Temporalità.

Infine,

Una patologia del tempo che, nella sua accelerazione tende sempre più al «tempo fermo».7

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  1. Castellana, 1997, p. 134.
  2. Molto sinteticamente e solo nella misura in cui esse contribuiscono alla presente discussione; per il senso completo di quanto affermato da Castellana rinvio alla lettura integrale dell’articolo. In particolare, tralascio per motivi di spazio e di tema le considerazioni strettamente analitiche.
  3. Castellana, ibid., p. 134.
  4. Castellana, ibid., p. 135.
  5. Riguardo la componente masturbatoria anale, in questa sede non ho osservato elementi sufficienti per trarre conclusioni analoghe a quelle di Castellana, in particolar modo riguardo l’aggressività o la distruttività. Va detto che il setting psicoterapeutico ambulatoriale — anche laddove si privilegi un approccio analitico — ha limiti ben più ristretti di quelli analitici (e finalità diverse) e difficilmente consente l’emergere di simili tematiche. Questo aspetto non verrà dunque qui approfondito.
  6. Castellana, ibid., p. 136.
  7. Castellana, ibid., p. 136.