Storia di una foto: Churchill ritratto da Y. Karsh

29 Gennaio 2022Fotografia, Twitter threads, 🇮🇹 Italiano
Yousuf Karsh, “Winston Churchill”

Nel 1941 Churchill visita Ottawa e Yousuf Karsh viene incaricato di scattare un ritratto. Però Churchill non è stato avvertito e quando il Primo Ministro canadese lo introduce al set non la prende con entusiasmo.

“Cos’è questa cosa? Cos’è?”, grugnisce contrariato. Nel gelo dello staff, Karsh si presenta spiegando che vorrebbe celebrare l’evento con un ritratto: Churchill si accende un sigaro e si arrende a “una sola” foto.

Il problema è che, nonostante un portacenere discretamente offerto per far sparire il sigaro, Churchill continua a masticarlo rumorosamente. Karsh controlla e ricontrolla inquadratura e luci, ma il sigaro rimane lì a dar noia. Karsh agisce d’impulso: si avvicina, chiede scusa in modo rispettoso ma decisamente fermo e strappa il sigaro dalla bocca di Churchill come si farebbe col cuccio di un bambino capriccioso.

Tornato alla macchina, scatta uno dei ritratti più famosi dello statista inglese – quello di un uomo determinato, minaccioso, pronto all’azione. O, più semplicemente, quello di un uomo cui è stato appena strappato il sigaro.

(La storia è raccontata dallo stesso fotografo).

Thread originale

JAMA, cospirazionismo e demenza

12 Gennaio 2022Twitter threads, 🇮🇹 Italiano

Un articolo di JAMA del 2020 che offre analogie tra la propensione al cospirazionismo e la risposta neurofisiologica alla demenza ha generato reazioni piuttosto virulente (in chi, come al solito, probabilmente non ha letto l’articolo). Proviamo a fare un po’ di chiarezza.

L’articolo ha dei punti interessanti e presenta alcune problematicità. Su entrambi i fronti, quello che ci serve è stato perfettamente sintetizzato dalla sempre eccellente Barbara Gallavotti (e potremmo già fermarci qui):

I sensi comunicano al cervello delle informazioni false… e le zone del cervello che ricevono queste informazioni le inviano alla parte incaricata del pensiero razionale la quale fa tutti gli sforzi per dare un senso quelle informazioni… Secondo Miller, analogamente, quando ci convinciamo di un’idea falsa… il nostro cervello riceve delle informazioni infondate e le comunica alla parte dedicata al pensiero razionale – e questa le confeziona in maniera che siano convincenti

Gallavotti dissente dall’associazione tra questa modalità di convincimento e la mancanza di cultura scientifica – e io con lei per motivi che dovrebbero essere chiari più avanti.

Fra le problematicità, l’articolo è troppo disinvolto nell’associare singoli meccanismi a un comportamento molto complesso e ad attribuire le cause a fattori così puntiformi. Ma solleva delle questioni sostanziali che cercherò di riprendere spostandomi sul mio versante e muovendomi quindi dal polo biologico-neurofisiologico verso quello psicologico-psicopatologico (per il quale tutto ciò non è particolarmente nuovo).

Con buona pace di Hegel, partiamo dall’assunto che il reale non è razionale. La realtà ci giunge attraverso i sensi in modo totalmente “con-fuso” ed è il nostro cervello a “costruire” un ordine che ci permetta di muoverci in essa in modo orientato e strategico. Questo vuol dire distinguere e isolare gli stimoli che hanno valore da quelli che non ne hanno.

(altro…)