Racconta J. L. Borges (“L’automa letterario”) la storia di un certo Otàlora, inventore di una macchina intelligente capace di scrivere testi di narrativa:
Alcuni anni fa (ho perduto la lettera), Azevedo Bandeira mi ha voluto narrare il destino di Benjamìn Otàlora, di cui forse non resta ricordo nel quartiere di Balvanera e che morì secondo il suo stile, fucilato come torturatore e assassino.
Purtroppo, il congegno non era scevro da problemi:
Per una riga ragionevole, per una notizia corretta, vi erano leghe di insensate cacofonie, di farragini verbali e di incoerenze.
La fine di Otàlora non può che essere tragica:
Quella costruzione era uno scandalo, perché la confusione e la meraviglia sono operazioni proprie di Dio e non degli uomini.
Questo brano di Borges (racconto? storia vera? gli estimatori dell’autore argentino sanno quanto amasse danzare sul filo del verosimile) sembra diventato all’improvviso di grande attualità.