Clinicamente morto

5 Settembre 2020Twitter threads, 🇮🇹 Italiano

A mente fredda e con un po’ di pazienza, proviamo a fare un’analisi serena della Zangrilleide usandola per riflettere più in generale sulla gestione del Covid. A febbraio (una vita fa) scrissi un thread su Burioni.

Il thread non mi sembra invecchiato e anzi molti principi si applicano pari pari a Zangrillo. Il che mi permette di non insistere troppo su quanto i modi della comunicazione siano non meno importanti dei suoi contenuti.

Entriamo però nello specifico su alcuni punti.

Primo: il “clinicamente morto”

Invito chiunque a spiegarmi la frase “il virus è clinicamente morto”. Non voglio sapere cosa “intendesse” Zangrillo: chiedo una definizione da vocabolario. Un medico che vada in televisione ammantato della propria autorevolezza con l’intenzione di orientare i comportamenti del cittadino non può permettersi il lusso della fraintendibilità (ah, non troverete definizione perché la frase non ha – clinicamente – senso).

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Arte e quarantena

24 Marzo 2020🇮🇹 Italiano

Nel 1995 usciva al cinema “Hello Denise” (“Denise calls up”), un film passato troppo inosservato sull’impatto che hanno avuto i cellulari sulla vita quotidiana americana. I protagonisti si chiamano l’un l’altro programmando incontri che – per imprevisti, rinunce all’ultimo momento, contrattempi – finiscono per essere sempre rinviati.

La reperibilità telefonica “permanente” anziché facilitare la relazione sembra quindi renderla più difficile: tutti siamo “a portata di mano” e questo non solo ci basta ma è quasi preferibile alle incognite e alle frizioni dell’incontro.

Attraverso una chiave ironica e una scrittura vivace, il film descrive un passaggio epocale che sarà vissuto nuovamente dalla generazione successiva con l’arrivo dei social. Ma più che facilitata/ostacolata, sarebbe corretto dire che la relazione si trasforma coi tempi e con le tecnologie a disposizione.

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La comunicazione scientifica su Twitter

21 Febbraio 2020Twitter threads, 🇮🇹 Italiano

Breve Saggio di Comunicazione Scientifica su Twitter o “Del perché stavolta non sono dalla parte di Burioni”. Thread lungo e noioso, ma così chiarisco una volta per tutte. Portate pazienza.

Premessa. Nessuno mette in dubbio la competenza scientifica di Burioni, l’attendibilità delle sue previsioni, l’opera meritoria che ha svolto finora sul morbillo. Partiamo, per spiegare, proprio dal morbillo. Abbiamo una popolazione che, al di là delle indicazioni mediche e giuridiche, tende a non vaccinarsi per paura. Non si fida.

Abbiamo anche una maniera oggettiva per misurare questa resistenza: le coperture vaccinali.

L’azione di Burioni (piacciano o meno i metodi) agisce su una popolazione avendo come bersaglio un comportamento, come obiettivo la modifica di quel comportamento e ha persino un effetto misurabile (le coperture).

La copertura vaccinale in Italia è SALITA. Perfect, missione compiuta.

Il coronavirus è, come il morbillo, un virus. Il coronavirus è, però, un problema di ordine completamente differente. Che lui affronta, ohimè, nello stesso modo. Qui si divaricano ricercatore e divulgatore (che non si definisca tale è irrilevante, se svolge di fatto quella funzione). (altro…)