Jorge Luis Borges smiling with colorful sunglasses in the style of pop art

Racconta J. L. Borges (“L’automa letterario”) la storia di un certo Otàlora, inventore di una macchina intelligente capace di scrivere testi di narrativa:

Alcuni anni fa (ho perduto la lettera), Azevedo Bandeira mi ha voluto narrare il destino di Benjamìn Otàlora, di cui forse non resta ricordo nel quartiere di Balvanera e che morì secondo il suo stile, fucilato come torturatore e assassino.

Purtroppo, il congegno non era scevro da problemi:

Per una riga ragionevole, per una notizia corretta, vi erano leghe di insensate cacofonie, di farragini verbali e di incoerenze.

La fine di Otàlora non può che essere tragica:

Quella costruzione era uno scandalo, perché la confusione e la meraviglia sono operazioni proprie di Dio e non degli uomini.

Questo brano di Borges (racconto? storia vera? gli estimatori dell’autore argentino sanno quanto amasse danzare sul filo del verosimile) sembra diventato all’improvviso di grande attualità.