
Nel 1930 Weston ha abbandonato da tempo il ritratto pittorialistico degli esordi ha lasciato moglie e figli, fatto viaggi, avuto amanti. Le amanti in particolare sono ben più che muse e modelle: Margarethe Mather, Tina Modotti (con cui vive a lungo in Messico), Charis Wilson (che poi sposerà), Sonya Noskowiak…
Ebbe un numero sbalorditivo di fidanzate, tutte belle e tutte più che felici di spogliarsi per lui. Fu uno di quegli uomini che, come si suol dire, vide più sederi di una tavoletta del water. L’espressione è particolarmente calzante visto che quanto meno dal punto di vista fotografico, vide anche un bel numero di gabinetti
—G. Dyer, “L’infinto istante”
Dopo aver esplorato negli anni ’20 forme, ombre, nudi e architetture, in Messico nel 1925 impiega una settimana per ottenere lo scatto perfetto proprio di un gabinetto.
Quando alla fine ottenne la stampa che desiderava, la portò a Diego Rivera che, secondo Weston, esclamò: “Non ho mai visto una foto tanto bella in vita mia”
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Il suo scopo era ritrarre la toilette in un modo da rimuovere ogni connotazione di senso – umoristica, scatologica, oscena o altro ancora – per trasmettere una “risposta estetica assoluta alla forma”.
—T. Pitts, “Edward Weston”
La forma, il modo in cui la luce la definisce e la perfezione della tecnica che la cattura – che sia quella di un corpo nudo, di un oggetto comune o di un ortaggio – diventano tema portante della sua poetica.
Weston concepisce la sua opera in termini di piena adesione alla realtà, una realtà sfrondata di ogni possibile carattere narrativo in assenza di qualsiasi attributo che non sia riferibile alla forma stessa.
—W. Guadagnini, “Una storia della fotografia del XX e XXI secolo”
Sul Peperone n. 30 c’è anche un piccolo mistero. È riportato che Weston abbia scattato con un tempo di 6 minuti, ma il figlio, in un’intervista, racconta una storia più interessante (che è probabilmente quella vera). Lavorando col grande formato e a distanza ravvicinata c’è un problema di profondità di campo. Per mettere a fuoco l’intero peperone Weston crea un obiettivo con f/240, praticamente un pinhole. Il tempo di esposizione è di “4-6 ore”, in luce naturale. In tutto quel tempo, il sole si muove e la luce cambia, creando un sottile effetto di lightpainting.
Weston ha fotografato anche altri peperoni, e questi non sono stati i suoi unici furti dalla cucina. Ma il n. 30 rappresenta forse, nel suo perfetto equilibrio tra forma, luce, oggetto e contesto, l’apice della sua ricerca.