No, il dibattito no!

3 Luglio 2024Asterione, 🇮🇹 Italiano

Alcuni giorni fa mi sono trovato coinvolto mio malgrado in una discussione molto virulenta.

Tutto è partito da un commento a un commento nidificato a propria volta in un thread su Twitter senza troppe ambizioni (su uno specifico argomento e con una sola tesi molto circoscritta) cui è seguita una serie di sfide all’OK Corral e una disordinata canizza in cui si è finiti a dibattere molto confusamente de La vita, l’Universo e Tutto Quanto. Poco conta oggi l’oggetto del contendere: mi interessa invece mettere in evidenza i rischi connessi ad alcune abitudini che si sono recentemente consolidate a prescindere da questo singolo episodio.

Il lockdown ha accelerato l’esplosione di alcuni strumenti che erano riservati a più specifiche nicchie: Zoom è uscito dalle segrete stanze della comunicazione inter-aziendale così come Twitch da quelle dei gamers; sono fioriti strumenti di interconnessione (Streamyard etc.) capaci di mandare il feed verso più canali e di gestire commenti, ospiti, spettatori in modo facile ed estemporaneo; un’utenza ritenuta generalmente impaziente (anche giovane o giovanissima) si è adattata molto velocemente alla fruizione di contenuti video lunghi diverse ore.

La libertà e l’attendibilità delle informazioni nell’era del World Wide Web

10 Gennaio 2006Articoli, 🇮🇹 Italiano

Quando a metà degli anni Novanta l’estensione del World Wide Web osservò una crescita esponenziale e si estese in egual misura la base di utenti che vi accedevano, apparve subito piuttosto chiaro che con l’aumento delle informazioni disponibili aumentava di pari passo il problema della loro attendibilità.

Nel 1993, data di uscita di NCSA Mosaic (il capostipite dei browser web), i modem avevano raggiunto velocità di 14.400 bit al secondo e prezzi relativamente accessibili, il che era quanto necessario e sufficiente all’apertura definitiva della Rete al grande pubblico (e al suo mercato). La velocità di connessione, la disponibilità di provider, il numero di utenti si incentivarono reciprocamente: a dicembre di quell’anno si contavano già tremila siti web, che sarebbero diventati mezzo milione nel 1996 per raddoppiare l’anno successivo; non si trattò di una semplice crescita, ma di una vera e propria trasformazione: la Rete da prerogativa dei “tecnici” diventava luogo di incontro elettivo fra gli interessi più disparati.

Molti strumenti di allora sono diventati obsoleti (come Gopher) o rimangono confinati ad utilizzi di nicchia (irc, usenet, l’emulazione di terminale); viceversa, alcune innovazioni prodotte nella Rete sono accessibili, ben piĂą che al veterano, proprio all’utente comune, perchĂ© ritagliate su misura sulle sue capacitĂ , sulle sue esigenze, sintonizzate con la sua mentalitĂ . Tim Berners Lee, il padre del World Wide Web, ha aperto il suo weblog solo il 12 dicembre del 2005, concludendo il primo post in questo modo: “Così proverò questa faccenda del blog, usando gli strumenti dei blog. Questo per le persone che sostenevano che dovevo proprio averne uno”1. (altro…)