Trasparenze

29 Agosto 2023Asterione, 🇮🇹 Italiano

Alcuni giorni fa avvio Twitter (che proprio non riesco a chiamare “X”) e mi ritrovo in timeline un tweet (che ancora non riesco a chiamare “post”) di Andrea Delogu:

“Non vi siete stancati di dare la vostra opinione? Cioè, senza che nessuno ve lo chieda intendo.”

Le risposte – come sempre in questi casi – variano dall’entusiasmo complimentoso all’offesa puerile, con qualche escursione didascalica sui principi fondamentali della libertà. Non seguo Andrea Delogu: il tweet mi appare citato dall’Alieno Gentile (il quale, ricordo, ha una newsletter qui) galleggiante in un flusso indistinto di informazioni e factoids che – nonostante i tentativi – non controllo più io e che sarebbe passato inosservato se non fosse così adeguato al tema che avevo scelto per il numero odierno.

Commenta, opportunamente, l’Alieno:

“La domanda non è per niente peregrina, anche se le risposte sotto il tweet evocano la democrazia, la libertà e prosopopea assortita. Esprimere un’opinione è cosa diversa averla e/o da poterla esprimere. Mentre il dubbio che pur di esprimere qualcosa si scriva, senza averla, c’è.”

Gli inganni dei sensi

4 Agosto 2023Asterione, 🇮🇹 Italiano

“Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò”. Lo afferma irremovibile – e anche un po’ puntiglioso – san Tommaso in Gv 20, 25.

Chissà cosa deve essere passato per la testa del povero Tommaso in quel frangente: gli amici che ama e di cui si fida riferiscono che Cristo è risorto, che è stato lì pocanzi, che ci hanno parlato; ora si trova a decidere se questa informazione possa essere vera, quanto la fonte sia attendibile, se il contenuto è plausibile. Deve formulare, in sintesi, un complicato giudizio di realtà. Possibile che gli Apostoli mentano? Che si siano confusi? O saranno forse usciti del tutto di senno? La loro versione, alla fine, non è sufficiente: Tommaso non crederà se non potrà toccare con mano.

La nostra conoscenza delle cose passa in gran parte attraverso le parole degli altri: se dovessimo affidarci sempre e soltanto alla nostra esperienza diretta, del Mondo sapremmo ben poco. Impariamo presto a fidarci – ma quasi altrettanto presto impariamo che ciò che ci viene detto può essere incompleto, impreciso, male interpretato o anche semplicemente falso. Di ciò di cui abbiamo esperienza diretta, invece, non dubitiamo: ciò che tocchiamo, vediamo, ascoltiamo in prima persona è davanti a noi e lo cogliamo nel suo spontaneo offrirsi ai nostri sensi: certo, sicuro, solido.